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JOURNAL / イタリア20州旨いもの案内(Italiano)

In Italia, regno della pasta, una mamma si dedica a produrre una pasta fatta al 100% di legumi

Vol.75 Sviluppatrice di prodotti di legumi, Varese della Lombardia

2024.10.24

text by Paolo Massobrio / translation by Motoko Iwasaki

text by Paolo Massobrio

連載:イタリア20州旨いもの案内(Italiano)

In molte culture antiche il mito della salute era collegato alla grassezza, emblema dell’abbondante alimentazione e quindi del benessere. La massa adiposa poi proteggeva dal freddo che in inverno, dalle nostre parti, prima del cambiamento climatico, era pungente.
Purtroppo le statistiche sanitarie contemporanee hanno demolito questa ancestrale soddisfazione dei grassi, mostrando la tremenda realtà che sono afflitti da più malattie e muoiono prima dei magri. Poi la cultura dell’immagine ha dato il colpo di grazia al cibo calorico imponendo la magrezza come canone estetico universale.

Anche se la parola dieta mi ha sempre generato angoscia e non ho la psicosi dell’aspetto, fra i partecipanti di Golosaria di quest’anno, ho incontrato una donna che con la sua vitalità e la sua convinzione, mi ha fatto vedere come migliorare l’alimentazione possa essere un lieto risultato tra la necessità e il gioco. È con questo spirito che voglio proporvi la sua storia e portare idealmente sulla vostra tavola i suoi prodotti a base di legumi che non solo fanno bene, ma sono anche molto buoni.


Guidata dalla passione della cucina trasmessa da sua nonna

Monica Neri, classe 1984, dice di aver ereditato dalla nonna materna Ida la passione della cucina. Già da ragazzina amava destreggiarsi fra pentole e casseruole tanto che la nonna l’aveva battezzata “pasticcina”. Mi racconta che alle scuole medie portava le ciambelle con le noci alle bidelle e che, dall’età di 13 anni, le vacanze estive le passava lavorando nei ristoranti.

Consapevole di quello che voleva, dopo le medie, a scuole magari più prestigiose, preferì l’alberghiera dove si rivelò così brava da proseguire all’università di Milano iscrivendosi a Scienze e Tecnologie della Ristorazione dove si specializzò in nutrizione, laureandosi per prima nel suo corso.

“Ho poi frequentato un master in Economia del Sistema Agro Alimentare in Canada sostenendo gli esami che mi hanno aperto le porte di Barilla dove per un anno e mezzo ho pianificato e coordinato il lancio di una linea di prodotti artigianali. Intanto in Canada, senza sapere quanto sarebbe diventato importante per la mia vita futura, mi ero interessata ad uno studio sui benefici apportati dai legumi alla salute delle donne e sulla loro utilità nella prevenzione delle malattie.”

Dopo Barilla a Milano fu assunta da un’azienda per eseguire controlli e ricerche nel campo alimentare. Sembra il normale curriculum di una donna in carriera, forse più vocata di altre, con qualche divagazione sul tema come l’inaspettata vittoria del talent culinario televisivo The Chef con Davide Oldani e Filippo Lamantia nel 2013.

“Mi avevano iscritta le colleghe di lavoro senza dirmelo. La ricetta che presentai alla finale fu Quinoa al limone su crema di carote al curry e ciuffi di calamaro”.
Già cucina light e innovativa, considerato il periodo, ma il bello doveva ancora venire.

Nel suo caso il bello era la piccola Asia, nata dal matrimonio con Andrea Zavattari, italo cingalese conosciuto all’alberghiera e sposato dopo un fidanzamento di 14 anni, anche lui attivo nel mondo della ristorazione.

“Durante la gravidanza è sopraggiunto un diabete gestazionale e ho avuto la necessità di alimentarmi in modo diverso riducendo al minimo l’apporto di carboidrati. E qui mi vennero in mente gli studi canadesi sui legumi e soprattutto nonna Ida che diceva che i legumi erano la carne dei poveri e ne faceva largo uso. Era il 2015 e così cominciò l’avventura di Legù.”


Affrontare la tradizione con convinzione e con il sorriso

Già perché Monica quando ha un’idea non si limita ad applicarla, ma vuole portarla alle estreme conseguenze e poi, cambiare la vita dà una certa soddisfazione.

Così, rispolverati gli studi sulla pastificazione dei legumi e affittato un capannone dismesso ad Albizzate in provincia di Varese, in Italia paese della pasta, fonda con Andrea la sua azienda e parte con la linea di prodotti “non è pasta”.

La Non Pasta si ottiene in una prima fase dai legumi cotti a vapore ed essiccati a bassa temperatura, in seguito trafilati al bronzo per ottenere la classica superficie ruvida che esalta i sughi, poi la seconda fase di essicazione, lenta e sempre a bassa temperatura. Grazie a questo processo di produzione ha un’altissima resa in cottura e cresce più del doppio di peso da cruda. Penne, gigli, paccheri, eliche, tagliatelle tre minuti di cottura anche in padella. Ricca di proteine e fibre, a basso indice glicemico, senza glutine, incredibilmente leggera e digeribile.

Alla base solo legumi selezionati cento per cento italiani – fagiolo bianco, lenticchia gialla, piselli gialli e ceci da Toscana, Marche, Abruzzo, Sicilia e dal sud della Liguria. Grazie anche alla collaborazione di un Mulino di Cremona che li riduce in quella farina con la quale oggi, Monica Neri, realizza anche miscele saporitissime per biscotti, schiacciate, grissini, budini, snack.

E meravigliose zuppe bio, freschezza e tradizione pronte in pochi minuti. Monica non si ferma mai, studia i vuoti di mercato e li riempie di prodotti salutari e ad alta sostenibilità.

Filiera italiana al 100%, ridotto uso di risorse energetiche grazie alle basse temperature del processo di essicazione, energia pulita prodotta da pannelli fotovoltaici, packaging riciclabile e totalmente compostabile.

Monica progetta, promuove, vende, sorride, ritira premi, dà lavoro a 8 dipendenti. Ha dovuto conquistarsi personalmente la fiducia di tutti: banche, collaboratori, clienti, consumatori.

. In un paese dove la grande tradizione a volte diventa un pregiudizio, il suo non era un prodotto facile da far accettare ma “quando credo nella bontà di un progetto posso dedicarci giorno e notte” … ci sta riuscendo.
In chi non la conosce non vorrei aver generato la falsa convinzione che Monica sia una donna in carriera con dedizione totale al lavoro, in verità dà l’impressione di essere, prima di tutto, una dolcissima mamma.

“Asia è la mia cartina al tornasole: se piacciono a lei funzionano, anche se, come tutti i giovanissimi, è attratta dal Mac Food”, dice sorridendo l’imprenditrice.

“Se non ci fosse lei vicino a me, non avrei questa convinzione. È stato anche per lei, per darle una presenza e stabilità diversa, che il suo papà decise di lasciare i grandi alberghi e mi seguì nel progetto di avviare la produzione della “non pasta”.

Abbiamo iniziato insieme ma erano trascorsi tanti anni, che ci hanno portato molto lontano per il suo lavoro e i miei percorsi universitari; ci siamo resi conto che non ci conoscevamo più veramente ed eravamo cambiati, così le nostre strade si sono separate quasi due anni dopo, ma Asia ci unirà sempre: è il nostro grande gioiello e questo non cambierà mai. Prima di tutto per lei porto avanti con tutta me stessa ogni giorno il progetto, con la consapevolezza che non è una moda, è la nostra storia e non potrà che crescere e radicarsi sempre di più”.


ITineri srl
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