JOURNAL / イタリア20州旨いもの案内(Italiano)
Nel momento della disperazione il vino mi ha guidato e così mi sono ritrovato sotto il sole
Vol.77 Vignaiolo di vitigni autoctoni della Regione Marche
2025.03.03

text by Paolo Massobrio
Quando si pensa ad un bianco marchigiano di solito viene in mente il Verdicchio. Ma il Ribona o Maceratino (correttamente Maceratino è il nome del vitigno mentre Ribona sarebbe il vino, ma si usano indifferentemente entrambi. Io, nell’articolo userò solo Ribona che significa “due volte buono” ed è proprio così), un vitigno autoctono suo parente che pochi conoscono, dà un vino che non ha niente da invidiare a quello più famoso.
E poi vuoi mettere la soddisfazione, in una terra bellissima, di bere un bicchiere di un piccolo vino di un piccolo produttore? Ti sembra che sia stato fatto solo per te.
Oggi voglio presentarvi Massimo Carletti di Podere Sabbioni che racconterà la sua storia, di suo nonno Maurizio, di sua figlia Laura e di come un bevitore, seguendo le emozioni, sia diventato produttore.
Quando ho trovato questo vitigno mi ha cambiato la vita

“Sono diventato vignaiolo in maniera casuale, senza un piano preciso, senza una tradizione famigliare. Non considererei tradizione quella di mio nonno Maurizio che nel 1975 aveva piantato un vigneto di Montepulciano e Sangiovese per farsi un vino di casa, pensando che, se hai un buon vino, devi bertelo e non venderlo.
Era architetto, pittore, inventore. Aveva fatto la guerra nel genio guastatori e aveva perso un occhio disinnescando una mina. Fanatico cacciatore aveva modificato personalmente tutti i calci dei suoi fucili per poter mirare con un solo occhio.
L’amore per il vino faceva parte del suo istinto creativo come mille altre cose; quando morì avevo 13 anni e quindi non posso dire che mi abbia passato il suo sapere. Ma sicuramente la sua leggenda ed i racconti su di lui mi hanno influenzato.

Eravamo allora una famiglia fortunata: abitavamo in una villa in campagna in un contesto naturalistico che lascia senza fiato e oggi, quando penso a che leva emozionale rappresenti il vino per me, mi stupisco di essere stato quasi astemio fino a vent’anni.
Il vino non era ancora diventato di moda: si sperimentava, si leggeva, i social non c’erano e anche per me, come per tanti che si appassionarono al vino alla fine degli Ottanta, fu la Francia la cifra della conoscenza.
A dir la verità anche questo fu un caso: lavoravo per un’industria nel settore della moda, calzature e abbigliamento e nel 95 e 96 fui mandato a lavorare a Parigi. Nelle occasioni di rappresentanza mi capitava di bere vini importanti e acquisii capacità di giudizio e sempre maggiore consapevolezza.
Tornato in Italia mi sposai con Maria Grazia. Nel 2001 nacque la nostra Laura con un’emorragia cerebrale destinata a causarle per sempre delle difficoltà motorie; anche lei ha una parte felice in questa storia ma, in quel momento sia io che mia moglie Maria Grazia eravamo disperati e pensavamo che la nostra vita sarebbe cambiata irrevocabilmente.
Cambiò infatti ma, per fortuna, non come pensavamo.
Nel 2009 comprai il mio terreno con una vigna di 1000 metri di Montepulciano e Sangiovese; volevo fare un po’ di vino per uso domestico seguendo le orme del nonno, non avrei mai pensato di diventare un vero produttore e, soprattutto, ero interessato a fare solo rossi.
Il mio primo vino fu prodotto nel 2014, vinificato nel seminterrato di un agricoltore: una schifezza.

Ma fu una verticale di Ribona dal 2007 al 2011 a cambiarmi la vita. Percepii nelle bottiglie più vecchie le note di idrocarburo che mi hanno sempre affascinato nei grandi alsaziani. Mi entusiasmai e nel 2015 piantai le prime barbatelle di Ribona.
Il mio vigneto è su due pendici contrapposte che scendono verso il torrente con intorno una biodiversità importante, alberi d’alto fusto che creano ristagno d’aria con una freschezza piacevolissima anche nei mesi più caldi.
Capii in seguito che la Ribona possiede una limitata capacità di adattamento a zone diverse da quelle tradizionali e questo ne fortifica indissolubilmente il legame con il territorio di origine e la resilienza: predilige terreni non troppo fertili e freschi e climi moderatamente caldi e leggermente ventilati: sembrava fatta proprio per la mia vigna.

Nel 2017 uscì la mia prima bottiglia di Ribona. Fino ad allora avevo tenuto il piede in due scarpe: avevo ancora il mio lavoro nel mondo della moda che mi dava sicurezza e facevo il viticoltore per passione ed emozione.
Forse deriva da questo l’approccio romantico alla viticoltura che ancora non sono riusciti a togliermi. La mia piccola vigna di 4,2 ettari ha solo vitigni autoctoni in conduzione biologica e sostenibile: 2,2 ettari di Ribona, 0,7 ettari di Verdicchio, 1,3 ettari di Montepulciano e Sangiovese per il rosso.
I miei sono “vin de lieu” per dirla alla francese: voglio parlare del mio territorio attraverso il vino, sono custode della mia terra, mi è stata regalata una grande bellezza di cui mi sento responsabile.

Voglio sporcare poco, poco intervento, no alla macerazione; voglio fare molto bene le cose ovvie.
Per il Ribona Classico uso una diraspatrice molto delicata, per il Ribona di Famiglia, quello più strutturato, nessuna diraspatura”

Questo vino ha il sapore salmastro della brezza marina
Il Ribona di Podere Sabbioni è vinificato in tre versioni il Ribona Colli Maceratesi Doc (10.000 bottiglie) ha un colore giallo paglierino piuttosto intenso e al naso colpiscono i fiori bianchi ma anche note di pesca gialla, miele e agrumi. La sua unicità è in bocca, dove esplode la ricchezza delle note minerali ed un finale sapido con una nota di malva che lo rende piacevolmente amarognolo. Viene vinificato per 8 mesi in acciaio e cemento.

Ancora più elegante è la versione Ribona della Famiglia (2700 bottiglie), frutto di una prima selezione accurata di uve Ribona, affinato 12 mesi in più rispetto alla precedente. Stesse le sensazioni e i profumi ma l’acidità maturata nel tempo diventa in bocca persistenza e lo rende un vino completamente diverso che spinge ad abbinamenti inconsueti e fantasiosi. Uno dei migliori bianchi italiani, come abbiamo riconosciuto a Golosaria 2019 dando il riconoscimento di bianco Top dei Top.

Il Ribona Metodo Classico non dosato 30 mesi (420 bottiglie) mette in luce la nota salmastra del vitigno che lo rende adatto alla spumantizzazione; è un vino eccellente ma per pochi, vista la scarsità della produzione.
Come abbiamo fatto nascere le più grandi gioie della vita dalla disperazione
“Io faccio il vino che riesco a vendere, per scelta etica e per rispetto.
Proprio a luglio 2019 cessò per cause di forza maggiore la mia collaborazione con l’azienda che sino ad allora aveva sostenuto la mia vita e diventai con Maria Grazia produttore di vino a tempo pieno.
Il vino mi ha salvato, mi ha dato un’occasione in un momento in cui mi si era spenta la luce.

Anche quando è nata Laura la sua disgrazia è stata vista inizialmente da noi genitori come una condanna, poi abbiamo capito che quel ti viene tolto ti viene restituito da qualche altra parte. Anche Podere Sabbioni è nato per Laura, anche se lei dice sempre che, quando non ci sarò più, venderà tutto.

Il 20 luglio 2024 proprio Laura ha portato in cantina 130 persone per finanziare con una cena di solidarietà la realizzazione presso il Comunità Socio Educativa Riabilitativa Il Ciclamino del Comune di Corridonia di un laboratorio di ceramica.
Ho capito quanto mia figlia dia importanza a quello che abbiamo fatto e che la disperazione dei primi anni ha lasciato il posto ad una delle più grandi gioie della mia vita”.

“Nella mia vita due sono state le leve emozionali: il vino e la musica, rock naturalmente, come per la meglio gioventù della mia generazione.
Le grandi bottiglie bevute bene ed alcuni pezzi mi fanno venire la pelle d’oca.
Così il finale di Changes di David Bowie sintetizza bene questa mia storia:
“Strange fascination, fascinating me
Changes are taking the pace I’m going through”
( Uno strano fascino mi prende
I cambiamenti stanno prendendo il mio ritmo)

◎Podere Sabbioni
Contrada Volteja 3, 62014 Corridonia (MC) Italy
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